
Cambiare passo ed essere se stesso per un Paese significa passare dalle parole ai fatti. E i fatti sono che il ponte fra Calabria e Sicilia, fra Reggio e Messina, in Italia è ancora lettera morta ad uso e consumo di qualche proclamino elettorale. In Russia, invece, la Crimea è realtà, può essere toccata con mano: fisicamente e commercialmente unita al regno di Putin da un ponte che può essere legittimamente definito un orgoglio della Federazione russa. La repubblica indipendente di Crimea raccolta attorno a Simferopoli in 16 minuti può essere raggiunta dalla Russia, con automobili e tir, con le dovute cautele in termini di velocità, ma il ponte esiste ed è anche avveniristico. In Italia invece lo possiamo al massimo disegnare su qualche cartolina.
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Il ponte di Crimea, sullo stretto di Kerch da oggi collega la penisola di Crimea, propaggine geografica Ucraina, alla regione di Krasnodar, terraferma russa.
E' stato il presidente Putin il primo ad essere fotografato alla guida del camion che apre la colonna di 30 autocarri per i 16 minuti che occorrono, andando piano, per andare da Krasnodar, terraferma russa, a Kerch, penisola di Crimea, superando il mare di Azov.
La storia racconta che dopo i progetti dello zar Nicola II, interrotti per la prima guerra mondiale, fu addirittura Adolf Hitler, dopo aver occupato la Crimea, a pensare ad un passaggio che avrebbe garantito al Terzo Reich di raggiungere l’Asia.
Prima di lui, però, ci aveva già pensato Joseph Stalin, il quale nel 1944 inaugurò in fretta e furia un ponte, giusto in tempo per potersene vantare con Churchill e Roosevelt durante la Conferenza di Yalta, Crimea, nel febbraio 1945.
Ma il ponte crollò poco dopo tempo e la Crimea fu donata all’Ucraina.
Ma il nuovo ponte? Il ponte di oggi? Quello che l'Italia non è riuscita a fare?
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Si tratta di una struttura che può resistere a terremoto di magnitudo 9.
Costo per la costruzione 6,9 miliardi di rubli, più di 1,5 miliardi di dollari, capacità di transito è di 40.000 automobili all’anno.
Il ponte è aperto al traffico, sei mesi in anticipo rispetto alla scadenza prevista dal contratto statale: per ora saranno percorribili due corsie per senso di marcia, mentre nel 2019 sarà aperto anche il ponte parallelo a quello già esistente che sarà dedicato al transito dei treni.
Ricordiamo che la Crimea è stata annessa alla Russia nel 2014, dopo un referendum la cui legittimità è stata respinta dall’Unione europea, dagli Stati Uniti e da 71 paesi dell’Onu, ma Mosca ha fatto il ponte anche in onore di quel 97 per cento della popolazione che votò per diventare russa.
Non solo rose e fiori però, perchè il "Krymskij most" rischia di danneggiare le sorti dei porti nel mare di Azov, limitando le spedizioni verso i porti, le aziende che trasportano carbone, metallo e cereali ucraini verso importanti mercati internazionali, che sceglieranno la via terrestre.
Le organizzazioni nazionaliste hanno già annunciato azioni dimostrative, manifestazioni e proteste, sostenute da Marie Yovanovitch, ambasciatrice americana a Kiev.
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FONTI:
Per il contenuto: Crimea, Russia, il ponte e Putin, remocontro.it, 16 maggio 2018.
Per l'immagine: www.we-news.com
Articolo scritto da:
Mauro Suma, il Direttore Responsabile (leggi la sua biografia).