
Il leu sale e scende, anche per questo la Romania sogna un'altra moneta: l'euro. Chi è fuori sta peggio, non lamentatevi dell'euro. E' il mantra di questi giorni che dalla Romania raggiunge l'Europa. E non per caso. Anche se le riserve valutarie presso la Banca nazionale della Romania (Bnr) sono calate dell'1,24 per cento nel mese di maggio 2018, la Romania si sta riscoprendo in salute e in controtendenza. Nel Paese balcanico c'è crisi di manodopera, insomma non manca il lavoro ma mancano i lavoratori. Del resto i romeni sono andati a cercare "fortuna" altrove, ed è soprattutto per questo che il loro governo li sta incitando a ritornare...
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La Romania è in piena crescita economica, grazie all’aumento dei consumi, ma è alle prese come Paese con una delle più gravi crisi di carenza di manodopera della sua storia. Le aziende non trovano né operai né ingegneri e manca personale sanitario.
Ironia della sorte, però ben quattro milioni di romeni stanno lavorando all’estero, dopo essere emigrati, al punto che secondo la stampa locale romena che cita dati Onu, proprio la Romania sarebbe il secondo paese al mondo, dopo la Siria, per percentuale di popolazione emigrata.
Nel 1989, nei giorni della Rivoluzione, i romeni residenti in patria erano oltre 23 milioni, ora sono rimasti in 19 milioni.
La Romania è il terzo paese nell’Unione Europea, dopo la Germania e l’Italia, per crisi demografica negli ultimi anni.
Per far fronte a questa situazione, la risposta dei governi a guida Socialdemocratica degli ultimi anni è stata l’aumento degli stipendi statali.
Tra tutti gli stati dell’Ue, la Romania è il paese con la maggiore crescita di stipendi degli ultimi 10 anni (+195%), ma rimane anche tra i paesi Ue con il livello salariale più basso
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Per tutti questi motivi le aziende spesso non riescono a trovare il personale qualificato che ricercano.
In ogni caso nelle contee dove si fanno più investimenti anche l’indice di occupazione e più alto: è il caso della capitale Bucarest (dove l’86% della popolazione attiva ha un lavoro), Brasov (71%), Timis (71%), Sibiu (68%), Cluj (67%), mentre nelle contee più povere della Romania l’indice dell’occupazione è invece molto più basso.
La stampa romena ha riportato il recente esempio di imprenditori delle contee citate che cercano di convincere gli operai delle regioni più povere, come la Moldova, a trasferimenti interni offrendo ad esempio a chi accetta di lavorare a Timis uno stipendio di circa 400 euro al mese più vitto e alloggio.
In Romania i dipendenti delle società IT restano i meglio pagati, con uno stipendio netto di oltre 1300 euro al mese.
Al contrario, i meno pagati sono i dipendenti degli alberghi e della ristorazione, con circa 300 euro al mese.
Per dare una risposta al problema l’esecutivo di Bucarest ha promosso il programma Romania Start-Up, dove si offrono sino a 40.000 euro ai romeni che decidessero di tornare in patria e aprire una piccola azienda, programma che sino ad ora sembra aver riscosso poco successo.
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FONTI:
Per il contenuto: Romania: AAA lavoratori cercasi, buongiornoslovacchia.sk, 4 giugno 2018.
Per l'immagine: www.we-news.com
Articolo scritto da:
Mauro Suma, il Direttore Responsabile (leggi la sua biografia).